Un ragazzo che trovò la sua strada

di Giocosa - 2 Ottobre 2013

«Va’ via, va’ a fare il prete, che non sei buono ad altro!…» Con queste invettive con­citate il pa­drone di Giovanni­no gli molla­va uno scapaccio­ne e lo metteva definitivamente alla porta.

Col grembiule di bottegaio infagottato sotto il brac­cio Giovannino si avviò verso casa rimuginando pensieri amari: sì, l’aveva fatta grossa più delle al­tre, aveva im­brattato in modo irrimediabile un di­ploma che gli ave­vano dato da mettere in cornice…

Eppure ce la metteva tutta, nel suo lavoro. Che col­pa ne aveva lui se la mente gli andava via, se talvol­ta il vetro che teneva tra le mani gli sfuggiva e an­dava in frantu­mi? Per quel lavoro non si sentiva ta­gliato, ecco tutto. Intanto però bisognava tornare a casa senza lavoro. Co­me sarebbe rimasta la mam­ma, che dopo la mor­te del marito viveva nella mise­ria con tre figli a ca­rico?

Comunque lui voleva essere prete, e non ne faceva mi­stero a nessuno. Non alla maniera intesa dal bot­tegaio, ma prete che si sacrifica intorno alla dif­ficile pasta umana, per renderla migliore, per por­tarla a salvezza.

Un ragazzo che trovò la sua strada ultima modifica: 2013-10-02T12:27:01+02:00 da Giocosa