Come chicchi di grano

di Giocosa - 24 Marzo 2018

Tra la folla festante che, a Gerusalemme, accoglie Gesù, ci sono anche degli stranieri, dei greci. Incuriositi per tutti quei festeggiamenti in onore di Gesù, chiedono a Filippo di poterlo vedere. Filippo chiama Andrea e insieme vanno a riferire questa richiesta al Maestro (cfr. Gv 12,20-33).

È questo un punto di svolta nella vita di Gesù. Da quel momento, Egli si consegna totalmente nelle mani degli uomini: come agnello mansueto si lascia condurre al macello della croce.

Sentendo che anche degli stranieri chiedono di diventare suoi discepoli, Egli comprende, infatti, che la sua missione, di annunciare il Vangelo a tutte le genti, sta giungendo a compimento.

La salvezza di Gesù è un dono offerto a tutti gli uomini del mondo: al popolo eletto, gli Ebrei, che per primi sono stati i suoi discepoli, ma anche a tutte le genti cioè a tutti i popoli del mondo.

Per realizzare tutto questo e rendere davvero efficace il Vangelo, non bastano le parole che ha proclamato, i miracoli che ha compiuto, le parabole che ha raccontato, è necessario che Gesù offra la sua vita, come il chicco di grano che, caduto in terra, muore per portare frutto.

Ma in realtà il chicco di grano non muore, perché il germoglio che spunta fuori trae il suo primo nutrimento non dal terreno, ma dal chicco stesso: il seme si svuota di sé, rinuncia alla sua essenza, per dare vita ad una nuova pianta.

Gesù si svuota di sé, dona la sua vita, perché dalla sua morte spunti una vita nuova per ciascuno di noi. Come ha fatto Lui, proviamo a fare anche noi.

Con coraggio, diventiamo dono per gli altri: se sappiamo morire a noi stessi per far vivere gli altri, la nostra vita assume un significato vero.

Morire a noi stessi, non è tanto la morte fisica, ma morire all’egoismo, all’odio, all’ingiustizia, alla sopraffazione, all’orgoglio. Morire è rinunciare alla vendetta per costruire il bene della pace, rinunciare alla voglia di parlare male degli altri per realizzare la fraternità tra gli uomini, rinunciare alle nostre pigrizie per assumerci le nostre responsabilità e costruire insieme un mondo più bello.

Il Vangelo si diffonde oggi, non solo attraverso le nostre parole, ma soprattutto attraverso la nostra testimonianza. Gesù ci invita ad essere anche noi dei chicchi di grano: disponibili a donare la nostra vita, perché altri possano avere vita.

Come chicchi di grano ultima modifica: 2018-03-24T15:38:47+01:00 da Giocosa

Testimonianze

  1. Alberto

    In questo Giovedì Santo, leggendo il testo “Come chicchi di grano”, mi è venuto da pensare subito a tutti i sacerdoti che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita; la loro testimonianza mi è stata d’esempio di qual è stato l’insegnamento che Gesù ha voluto lasciarci.
    Buona Pasqua, Alberto

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le sue meraviglie

Se le riflessioni e gli interventi presenti in questo articolo suscitano in te il ricordo di un episodio della tua vita del quale rendere grazie al Signore per le meraviglie che ha operato, lascia qui il tuo racconto.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Attenzione! In questo sito non sono consentiti commenti né l'inserimento di link relativi ad altre pagine ma solo racconti della propria esperienza di vita.