Catechismo a distanza… se me lo avessero detto un anno fa, mi sarei messa a ridere, non lo avrei mai creduto possibile… Invece, eccomi qui, tra una parabola e un miracolo, a spiegare a mio figlio il significato di cose che, fino a poco tempo fa, davo per scontato.
Confrontarmi con lui, su certi argomenti, mi fa rendere conto di quanto, agli occhi dei bimbi, la visione di queste tematiche sia diversa, più favolistica.
È strano, osservare il mio bambino e rendermi conto che il suo rapporto con Dio è puro, candido: lui parla con il Signore, come si farebbe con un amico. Che bello, allora penso, se riuscissimo tutti a ritornare un po’ bambini.
Ed è proprio grazie al catechismo a distanza, che mi sono ritrovata a riflettere sul perdono, una parola tanto corta, con un così grande significato: può contenere tutto o niente, chi può dirlo? Ma che ti dà un grande senso di liberazione, quando poi lo concedi.
Perdonare non è facile, anzi spesso costa tanto… troppo, se vogliamo, ma senti dentro quella vocina che ti incita e ti fa capire che, nonostante tutto, stai facendo la cosa giusta.
Spesso, siamo troppo orgogliosi e siamo portati a pensare che lo si dà come segno di resa, di debolezza, quando non si ha più voglia di combattere, di far valere le nostre idee, ma non è così.
Se lasciamo aperto uno spiraglio nel nostro cuore, quella vocina ci dice che niente è inutile, che nulla è mai scontato. Se veramente ci proviamo e non permettiamo al nostro amor proprio, di prendere il sopravvento, avremo la possibilità di sentirci fieri e appagati, per aver concesso una cosa tanto piccola, che racchiude dentro di sé una forza tanto grande.
Chi siamo e cosa doniamo possiamo definirlo solo noi, basta decidere dove e come abbiamo intenzione di arrivarci.
Certo, dare testimonianza del perdono ad un bambino è molto difficile. I nostri figli sono il nostro specchio, attraverso il quale trasmettiamo emozioni, comportamenti, rituali quotidiani. Ci guardano come modelli, esempi da seguire.
Da quando sono mamma, ho come l’impressione di essere tornata a scuola, ma la cosa più complessa è che, se in classe prendi un brutto voto, puoi sempre rimediare con la prossima interrogazione. Con i figli, invece, non è esattamente così: ci vedono infallibili, ogni errore viene amplificato e dopo uno sbaglio, non si può resettare tutto.
Quindi, prima di ogni azione, di ogni discorso, penso bene a quello che faccio e a quello che dico. Infatti, se come genitori diciamo un semplice sì e passiamo sopra ad un errore, il nostro bimbo lo troverà normale e continuerà a comportarsi di conseguenza, e saremo noi ad averlo spinto in quella direzione. Se sono ostinati e cocciuti, non lamentiamoci del loro carattere, forse potevamo agire diversamente… pensiamoci bene prima di agire!
Imma D.F.
Grazie Imma per la tua testimonianza, grazie perché ci testimoni le meraviglie che il Signore compie, in questo tempo, attraverso gli occhi e il cuore dei bimbi.
Che grande responsabilità avete come genitori! Per i figli, rappresentate il volto di Dio: nel vostro amore, possono comprendere qualcosa del Suo Amore, nel perdono che ricevono da voi, possono avere un’idea del perdono di Dio.
Perdonare i ragazzi non è sempre facile: a volte il perdono, viene spontaneo dal cuore; altre volte invece, è un atto di vero e proprio “eroismo”.
Più di quanto non facciano i genitori con i figli, Dio perdona sempre, si dimentica del male che abbiamo commesso e ci offre sempre nuove opportunità: è sempre pronto a ricominciare, a darci una nuova possibilità.