La benedizione, nel suo senso più pieno, è il possesso della pace, che è dono di Dio. Per far giungere la sua benedizione al popolo d’Israele, il Signore chiese a Mosè di parlare ad Aronne, per chiedergli di benedire il suo popolo (cfr. Nm 6,22-27).
Questa trasmissione della Parola, da Dio a Mosè, da Mosè ad Aronne, da Aronne al popolo, ci aiuta a comprendere che il dono della pace, per potersi diffondere, ha bisogno di persone che lo comunichino.
La pace, per poter giungere in ogni luogo, in ogni ambiente, in ogni circostanza, deve trovare dei facilitatori, cioè delle persone che, con la loro vita, con le loro parole, con il loro atteggiamento, con il loro sorriso, con il loro ottimismo, trasmettano e diffondano il dono della pace.
Abbiamo tutti la possibilità di essere facilitatori di pace, di bontà, di benedizione e al tempo stesso abbiamo, anche, tristemente, la possibilità di mettere degli ostacoli al cammino della pace, di costruire dei muri, che purtroppo, oggi, vanno tanto di moda.
La pace è Gesù. Diffondere la pace vuol dire, allora, rendere presente Gesù nella nostra vita, nei nostri rapporti, nelle nostre relazioni. Se guardiamo in faccia gli altri con occhi di benevolenza, di bontà, facilitiamo lo sviluppo della pace.
Maria è stata stupenda e meravigliosa facilitatrice dei doni di Dio. Non ha posto nessun ostacolo, anzi ha agevolato, nel modo migliore, il dono di Dio, rendendosi disponibile a diventare madre del Figlio di Dio. La sua vita è stata tutta quanta disponibilità al Signore: ascoltando la Sua Parola, ha accolto la pace ed ha trasmesso la pace, generando Gesù.
Anche noi, nel nostro piccolo, siamo chiamati a rimboccarci le maniche e a collaborare con il Signore affinché si diffonda la sua benedizione. Possiamo far crescere la pace in mezzo a noi e nel mondo intero, facendo ciascuno la nostra piccola parte.