Il grande servo della Provvidenza

di Giocosa - 6 Ottobre 2013

«Padre, non ce la facciamo più. Manca ogni cosa, nessu­no ci vie­ne in aiuto…». Don Ca­labria ascolta in silenzio il di­scorso di quel Superiore di una delle case dell’Istituto, poi si raccoglie a meditare la decisione. Alza infine gli occhi e dice al Superiore: «Qui la Provvidenza vi prova al sommo grado. Per questo, non avendo altro da mandarti, ti mando que­sta povera creatura, che costa il sangue di Dio. Rice­vila in suo nome e per amore, e la ca­sa acquisterà un nuo­vo miliardo…». E gli affida un bam­bino.

Don Calabria sapeva quanto vale un uomo, quanto vale soprattutto un cuore in grazia di Dio. Ed era con­vinto che la Provvidenza non può mancare. Quante volte, anche di notte, meditava la parola del Vangelo: Cercate prima di tutto il regno di Dio. Il resto vi sarà dato in sovrappiù. E ci credeva sul serio. E voleva che i suoi figli ne avessero la stessa fede. «Urge il ri­torno pratico alle pure sorgenti del Vangelo… O si crede, o non si crede; se non si crede, si stracci il Van­gelo» diceva. Per inculcare ai suoi figli queste con­vinzioni Don Calabria, come gli altri grandi testi­moni della Provvidenza, ricorreva a fatti molto con­creti di forte pedagogia.

Un giorno dell’ultima guerra, ad esempio, venne a man­care il sale in una casa. Il Fratello Economo man­dò allora un bambino di quinta elementare in chiesa a invocare la Provvidenza. Il bambino va, prega, ma il sale non arriva. Il Fratello allora manda un altro, poi un altro. Alla porta intanto si presenta un povero e do­manda la carità di un pizzico di sale. Il Fratello va in cucina e lo domanda alla Suora. Ce n’è solo un bic­chiere, il povero può essere con­tento: lo riceve e rin­grazia. In casa il sale è proprio del tutto esaurito. Al­lora arriva una telefonata che avverte di andare a prendere oltre dieci chili di sale. Gratuitamente!

Questo ricorso alla Provvidenza non esimeva dal la­voro o dalle ragionevoli industrie umane: «La prima Provvi­denza è la testa sul collo» soleva dire. «Anche agli uccel­li il Signore ha dato la testa e il becco». Ma al di là di ogni umana diligenza, Lui e il suo Istituto avrebbero do­vuto gridare al mondo la pagina dimenti­cata del Vangelo della Provvidenza:

«Il fine speciale della Congregazione» scriveva nelle Co­stituzioni della sua Opera — è di ravvivare nel mondo la fede e la fiducia in Dio, Padre di tutti gli uomini, median­te l’abbandono totale nella sua divina Provvidenza per tutto ciò che riguarda le cose neces­sarie alla vita, secon­do l’insegnamento del Signore: «Cercate in primo luogo il Regno di Dio e la sua giu­stizia, e il resto vi sarà dato in sovrappiù».

Il grande servo della Provvidenza ultima modifica: 2013-10-06T23:00:53+02:00 da Giocosa